DAVIDE MONACO
IL CACCIATORE DI BRIGANTI
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Il "Cacciatore di Briganti" è il primo di una serie di romanzi (di prossima pubblicazione) che prende spunto dalla collana "Cronache d'Isernia" dove, in più di mille pagine, vengono riportati testi basati su articoli di giornali locali che raccontano le vicende accadute alla fine del XIX secolo in città e nel suo Mandamento. Proprio questi accadimenti forniscono il tessuto storico dove s'imbastiscono avvincenti e intricate trame a sfondo poliziesco, adattate proprio negli ambienti descritti e riportati nelle "Cronache". Infatti la trama dei romanzi si basa spesso su fatti realmente accaduti di cui si è persa ormai la memoria. Dalla realtà dei fatti alla finzione narrativa, per rivivere, in parte, le delicate atmosfere di tempi ormai lontani.
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Il cacciatore di briganti
La vendetta delle Spadea
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PRESENTAZIONE DEL ROMANZO
Scrivere un romanzo ambientato nell'Isernia di fine '800, un periodo che avevo già raccontato nel libro "Cronache d'Isernia di fine secolo XIX", è stata una tentazione a cui non ho saputo resistere. Durante la raccolta del materiale storico da inserire nelle "Cronache", ho letto tanti articoli dei giornali d'epoca che riportavano avvenimenti significativi succeduti in città, alcuni memorabili, in contesti facilmente identificabili per merito della buona consevazione del tessuto urbano attraverso il tempo e quindi ancora fruibili al giorno d’oggi. L'immutabilità di questi luoghi mi ha consentito di immaginare quale fosse l’atmosfera cittadina di quel periodo, come fosse viva la popolata realtà dell'Isernia dell'epoca. Nella mia mente, con un po’ di fantasia, ho incontrato i personaggi che animarono, più di 120 anni fa, la vita sociale, economica e culturale della città, persone di cui ho letto ed apprezzato le vicende di vita, di cui ho ammirato la carriera professionale ed a cui mi sono avvicinato come fossero vecchi amici conosciuti "al di là del tempo passato".
La loro presenza, insieme alla ricostruzione dell'assetto urbano della città del 1890 con i negozi, gli uffici, i locali pubblici come caffè, alberghi e ristoranti, i luoghi dove la gente viveva, socializzava, si incontrava e si frequentava, gestiva i propri affari, intrecciava relazioni sentimentali (luoghi che attualmente hanno perso la memoria dell’antica funzione), nonché la riscoperta di nomi della toponomastica antica riportati nelle carte notarili dell'epoca, hanno contribuito alla ricostruzione dello scenario cittadino di fine ‘800 che permea il romanzo.
Questa realtà recuperata tra le pagine dei giornali del tempo è possibile paragonarla alla quinta di un palcoscenico su cui viene rappresentata una storia dove compaiono gli "amici ritrovati" in vesti di figuranti sullo sfondo di vicende che sarebbero potute accadere ma che sono invece frutto dell'immaginazione.
Per meglio calare il lettore nell’atmosfera dell’epoca, in modo da fargli immaginare l’ambiente dove matura la trama del romanzo, ho allegato un paio di mappe riportanti graficamente i settori della città con, in evidenza, i luoghi frequentati dai personaggi.
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L'epoca in cui il romanzo è ambientato è l’ultima decade del XIX secolo, un periodo di fermento culturale dovuto anche al cambiamento che l’utilizzo delle nuove tecnologie apportò alla società civile. In Italia spiravano venti di rivalsa sociale, ma la borghesia umbertina sembrava non accorgersi delle novità ispiratrici del “Pensiero Novo” ed emarginava qualsiasi mutamento potesse scalfire il benessere sociale acquisito nel tempo, a volte prevaricando le fasce più deboli della popolazione. In una piccola città come Isernia nel Molise, i venti delle novità spiravano lentamente e tutto era ammantato dall’ambiente contadino che rendeva le cose semplici e genuine e il tempo fermo in una stasi infinita.
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Palazzo Laurelli e il negozio di merletti e filati di Francesco Amodei
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In quest’atmosfera antica si svolgono le vicende accadute intorno a piazza Ciro Marilli nella prima metà del mese di Novembre del 1891. Il dottor Greco si ritrova a seguire, suo malgrado, le indagini per l’inaspettato omicidio di un caro amico che si scoprirà essere custode di un terribile segreto.
Coinvolto dalla famiglia della vittima, il medico intercede presso un Capitano dei Carabinieri a riposo suo amico, per convincerlo a seguire le indagini che sembravano dirigersi verso una facile soluzione che in molti in città reputavano scontata. Il Capitano Viti affiancherà così gli ufficiali della sua ex Arma, senza invaderne il campo investigativo, e la sua esperienza nella lotta al brigantaggio sulle alture dell’Appennino risulterà fondamentale nel riconoscere l’assassino e schivarne le insidie.
Il romanzo introduce il lettore tra le atmosfere umbertine dell'epoca, nei salotti buoni della città tra il fruscio della seta delle imponenti vesti femminili e le marsine dei galantuomini. In questo ambiente affabile e cordiale, tra i vicoli e le strade d'Isernia nonché tra le sale dei palazzi delle antiche famiglie, viene a maturare quest'assurda vicenda dai risvolti imprevedibili che coinvolgerà personaggi della vita economica e sociale cittadina. La trama poliziesca, insieme alla ricostruzione urbana della città dell’epoca, guidano il lettore nell'immaginare quell'ambiente antico dove matura la vicenda e dove alcune antiche “costumanze”, le abitudini di una volta, sono vissute dai protagonisti del romanzo in modo da ricordarle al lettore.
Questo romanzo segna quindi l’inizio della trasposizione letteraria delle "Cronache d'Isernia" dove le avventure del Capitano Viti attingono alle fonti storiche e culturali della cittadina pentra. Oltre agli avvenimenti susseguitisi in città, nei romanzi della saga sono riportate vicende che caratterizzarono l'epopea del brigantaggio post unitario dove il non più giovane Massimiliano Viti si troverà a contrastare un nuovo fenomeno celatosi sotto il manto del lealismo verso la casa di Borbone, con giovani adepti guidati dai vecchi ufficiali dell'esercito duosiciliano, scampati alla rigenerazione savoiarda, riuniti sotto l'egida dell'antica e malevole setta dei Calderari, rinnovata per perseguire l'audace obiettivo di far risorgere dalle ceneri il "Regno delle Due Sicilie" come novella fenice, per mezzo di una "Nuova Restaurazione" alle porte del XX secolo.
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Il cacciatore di briganti - Davide Monaco
L'insidia del Nibbio - Il secondo episodio delle storie del Capitano Viti. Impegnato per garantire la sicurezza di un nobile sabaudo in visita alla città, si troverà a fronteggiare il suo vecchio nemico delle campagne contro il brigantaggio post-unitario in una nuova minaccia inattesa e ancora più temibile.
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Il fabbricante di stufette - Il terzo episodio delle storie del Capitano Viti vede l'arguto investigatore districarsi tra sciagurati eventi che, nel modo in cui si palesarono, rasentavano la razionalità. Troppe cose non quadravano e solo il caso indirizzò le indagini verso l'agognata verità.
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- Cronache d'Isernia di fine secolo XIX -
Un frammento di storia d’Isernia, gli ultimi 15 anni del
XIX secolo, viene proposto attraverso la rilettura degli
articoli di giornali locali pubblicati all’epoca.
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- Cronache d'Isernia d'inizio secolo XX -
Il secondo volume delle "Cronache d'Isernia" dove continua
la narrazione delle vicende accadute nella cittadina
pentra nel primo lustro del secolo XX
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Davide Monaco - Michele Tuono
RACCONTI MOLISANI D'APPENDICE
1848 - 1884
Un'antologia di racconti pubblicati sui giornali periodici dell'epoca,
che rivolge fasci di luce su un Molise inedito e nascosto, quasi segreto.
Ed è una luce nuova.
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Un elenco di libelli pubblicati all'epoca dai protagonisti delle cruente lotte a favore dell'unità italiana che testimoniano quanto sia stata ardua l'idea di raccogliere sotto un unico vessillo la popolazione della penisola. Si tratta di una piccola collana Amazon sul "Risorgimento nel Molise", per ora limitata a pochi testi ma destinata a crescere nel tempo.
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